Camminare a piedi nudi è un'esperienza fatta di meccanica, forza fisica e mentale, emozioni, concentrazione, poesia e silenzio.
Per riconnettersi alla natura.
Togliersi le scarpe e percorrere scalzi un piano sentiero boscoso, un prato umido di rugiada, o i gradini naturali di un sentiero d’alta quota, e imparare a percepire sotto le piante dei piedi nudi il flusso di calore della pietra esposta al sole e le sue diverse tessiture: tutto questo è alla portata di ognuno, appartiene alla preistoria e alla storia dell’umanità, eppure è anche una cosa che oggi è diventata rara nella vita di molti.
Basta invece poco per reimparare a camminare scalzi, e ritrovare una dimensione in cui si intrecciano la meccanica del piede umano, le connessioni benefiche con l’elettromagnetismo terrestre, l’arte di passare dal freddo al caldo che Kneipp elevò al rango di terapia, i milioni di stimoli sensoriali che si accendono nella mente, fino alla scoperta di aspetti più sottili, come l’invisibilità delle tracce e il silenzio che accompagna questo passo leggero, quasi felpato, che mai si impone ma sempre trova il suo personale e unico percorso.
Letteralmente un passo dopo l'altro, seguendo l'esperienza dell'autore – lontana da ogni approccio estremo – si ricevono spunti di riflessione e viene voglia di provare quella che viene presentata come una pratica semplice, benefica – finanche terapeutica – e naturale, in quanto appartenente al nostro DNA di esseri umani.
Un testo che può mostrare percorsi nuovi, o anche “semplicemente” un modo nuovo di percorrere quelli già noti.